Make People Do Lab — pdf
Chi: Gabriella Mastrangelo e Rossella Tricarico
Luogo: Puglia
Operative dal: 2006
Pratica organizzata come: associazione culturale
http://www.makepeopledo.it
Make People Do Lab è un’organizzazione culturale non profit, fondata nel 2011 dai due designer Gabriella Mastrangelo e Rossella Tricarico con sede in Puglia. Si occupa di progettazione attraverso attività di ricerca e sperimentazione che vedono il coinvolgimento di artisti, designer, architetti, comunità ed enti locali. Nel corso della sua attività ha progettato e realizzato installazioni urbane e allestimenti temporanei in aree rurali; ha organizzato laboratori su temi legati all’artigianato locale e alla progettazione partecipata, sia in centri storici e aree rurali che strutture museali; ha progettato artefatti comunicativi, sperimentando modelli partecipati utili alla definizione di nuove metodologie progettuali.
Quali desideri, valori ed elementi/eventi più o meno incoraggianti hanno permesso alla vostra pratica di evolversi nel tempo fino al suo stato attuale?
Il desiderio di voler dare un contributo allo sviluppo di un territorio con potenzialità inespresse, la volontà di fare del design una pratica utile al luogo in cui viviamo, il fermento culturale degli ultimi anni di pratiche giovanili della Regione Puglia.
Nel vostro caso, quali sono i vantaggi e gli svantaggi, i punti di forza e di debolezza del lavorare collettivamente?
Make People Do è di base formato da due persone e di progetto in progetto collabora con altre realtà. La dinamicità e il variare del gruppo di lavoro è un vantaggio per la varietà di attività che riusciamo a sviluppare ma uno svantaggio perché non consente un lavoro continuativo su un territorio con un gruppo di lavoro stabile con cui definire un percorso. Allo stesso tempo essere stabilmente in due, senza una sede fisica, risulta spesso faticoso e anche un limite per il tipo di progetti che vorremmo approfondire.
Come gestite i guadagni e in generale le vostre finanze all’interno del gruppo? Come affrontate le tensioni e i rapporti di potere tra voi?
I primi guadagni sono stati ripartiti equamente tra i due membri fondatori dell’associazione. Di seguito abbiamo continuato a ripartire equamente oneri e onori e questo discorso vale anche per la parte economica. Per cui non sono sorte tensioni dovute alla distribuzione delle risorse economiche. Ci sono discussioni di ordine progettuale e organizzativo che vengono affrontate e per cui si ricercano di volta in volta le soluzioni più adeguate.
Quali canali usate per accedere a lavori su commissione interessanti e come riuscite a ricavarvi del tempo e delle finanze per progetti auto-commissionati? Usate delle precise tattiche e strategie (fondi europei, concorsi, ecc.)?
Per progetti più grandi ricerchiamo bandi e concorsi aperti ad associazioni. Per quelli meno impegnativi e auto-commissionati normalmente siamo a corto di finanze, per cui investiamo personalmente delle risorse e poi cerchiamo il modo per coprirne le spese. Spesso dispensare servizi legati al cibo o all’ospitalità può tornarci utile per coprire le spese a nostro carico.
Come riuscite a dividervi tra lavoro e tempo libero? Quali strumenti vi aiutano ad organizzare e tenere sotto controllo come viene investito il tempo?
Decidiamo autonomamente quanto tempo investire nei progetti in relazione alla nostra disponibilità. Non facciamo un calcolo delle ore investite nello sviluppo dei progetti anche perché spesso non riusciamo a retribuire il nostro lavoro ma solo a garantirci dei minimi rimborsi delle spese sostenute (viaggio, materiali).
In che modo il vostro contesto quotidiano, lavorativo e non, (posizione geografica, ambienti in cui vivete/lavorate, rapporti con le persone) rispecchia o non rispecchia le metodologie, l’etica e le dinamiche della vostra pratica?
Il nostro contesto quotidiano, per quanto sia strettamente legato alle nostre pratiche, non ne rispecchia le dinamiche, non mostra molta propensione verso le attitudini manuali e le sperimentazioni e non coglie a pieno il valore del nostro lavoro. Non è interessato all’approfondimento né alla ricerca e, per quanto le nostre attività siano rivolte ad esso nella sua totalità, è raro e difficile poterlo coinvolgere. Non riteniamo che sia solo un problema di comunicazione bensì un problema culturale per cui siamo alla ricerca di soluzioni.
Potreste disegnare una diagramma di tutti quegli elementi e quelle strutture che sorreggono la vostra pratica (risorse monetarie e non, persone, spazi, istituzioni, famiglia, altro…)? Indicate come questi elementi vi sostengono e che relazione hanno tra loro, includendo nel diagramma anche quegli elementi che in qualche modo “minacciano” la vostra pratica.
Le risorse economiche sono sicuramente fondamentali per lo svolgimento dei nostri progetti e vengono reperite attraverso le attività che organizziamo, grazie al contributo di alcune risorse umane (in special modo i designer), grazie al contributo di alcune istituzioni, (la Regione Puglia su tutte) e grazie al supporto dei nostri amici e delle nostre famiglie. Le collaborazioni con le altre associazioni e organizzazioni indipendenti hanno fatto sì che le nostre attività potessero essere sostenibili a livello lavorativo, condividendone gli oneri. Alcuni degli enti pubblici citati hanno ostacolato lo sviluppo di alcune attività procurando perdite di tempo te di lavoro (le amministrazioni comunali e l’Ex ERSAP in particolar modo).
Quest’intervista è stata condotta a maggio 2014.